Aspirina: il farmaco che ha Cambiato la medicina

Sapevi che l’aspirina nasce dal salice ed è un farmaco antichissimo?

Oltre ad essere uno dei farmaci più conosciuti e utilizzati al mondo, la sua storia affonda le radici in tempi lontani.

La corteccia di salice, che contiene un composto chiamato salicina, è stata utilizzata per secoli come rimedio naturale per il trattamento di dolori e infiammazioni. Sin dall’antico Egitto, la medicina tradizionale sfruttava le proprietà di questa pianta, e nel corso dei secoli, la scienza ha trasformato questo rimedio naturale in uno dei farmaci più efficaci e diffusi del mondo.

In questo articolo esploreremo la straordinaria evoluzione dell’aspirina, dalle sue origini nel mondo naturale alle moderne applicazioni farmacologiche.

Indice dei contenuti:

1. Le prime testimonianze storiche
2. Il passaggio alla chimica: la scoperta della salicina
3. La nascita dell’aspirina moderna
4. L’aspirina nel XXI secolo: nuove applicazioni e benefici
5. Conclusioni

Le prime testimonianze storiche

Le proprietà curative della corteccia di salice erano note fin dall’antichità.

Nel Papiro Ebers, un antico testo medico egizio risalente al 1534 a.C., si menzionano decotti di corteccia di salice per il trattamento di dolori e infiammazioni

Ippocrate, il “padre della medicina”, nel V secolo a.C., prescriveva polveri estratte dal salice per alleviare il dolore e la febbre. Anche Plinio il Vecchio, nel I secolo d.C., consigliava l’uso del salice per il trattamento delle infiammazioni.

Durante il Medioevo, i monaci nei monasteri europei continuarono a utilizzare il salice per trattare febbri e dolori. Nel XII secolo, Santa Ildegarda di Bingen descrisse l’uso della corteccia di salice nelle sue opere di medicina naturale.

Il passaggio alla chimica: la scoperta della salicina

Nel 1763, il reverendo Edward Stone, un medico e naturalista inglese, osservò le similitudini tra il salice e il chinino, un rimedio tradizionale utilizzato per trattare la malaria.

Stone, notando che entrambi avevano effetti benefici nel trattare febbri e infiammazioni, decise di testare un estratto di corteccia di salice su pazienti con febbre. Durante i suoi esperimenti, Stone somministrò a un gruppo di pazienti il decotto di corteccia di salice, osservando che il trattamento portava a una significativa riduzione dei sintomi febbrili.

Sebbene il rimedio fosse già usato tradizionalmente da millenni, l’approccio di Stone ha rappresentato una delle prime prove documentate delle sue proprietà terapeutiche in un contesto scientifico.

La ricerca di Stone fu cruciale per avviare un interesse sistematico verso il salice e i suoi composti, che portò alla scoperta della salicina e, infine, alla sintesi dell’aspirina.

La nascita dell’aspirina moderna

Il passo decisivo nella storia dell’aspirina avvenne nel 1897, quando il chimico Felix Hoffmann sintetizzò lacido acetilsalicilico, un composto derivato dalla salicina, ma con una formulazione più stabile e meno irritante rispetto all’acido salicilico.

Questa nuova versione del composto, pur mantenendo tutte le proprietà benefiche antiinfiammatorie, analgesiche e antipiretiche, risultava essere meno aggressiva per il sistema gastrointestinale, permettendo un utilizzo più ampio e sicuro.

Nel 1899, dopo aver perfezionato il processo di sintesi, la Bayer brevettò il nuovo farmaco sotto il nome commerciale di Aspirina.

Il nome deriva da una combinazione di tre elementi: “A” (dal termine acetile, il gruppo chimico introdotto nel composto), “spir” (dal nome della pianta Spiraea ulmaria, da cui si estraeva la salicina), e “ina”, un suffisso comunemente utilizzato nei nomi dei farmaci.

Nel corso del XX secolo, l’aspirina divenne un farmaco essenziale per il trattamento di dolori, febbre e infiammazioni. Durante la Prima Guerra Mondiale, fu largamente impiegata per alleviare le sofferenze dei soldati.

L’aspirina nel XXI secolo: nuove applicazioni e benefici

Negli anni ’70, la comunità scientifica fece una scoperta che rivoluzionò l’uso dell’aspirina: basse dosi di aspirina si rivelarono in grado di ridurre significativamente il rischio di infarto e ictus.

Questo beneficio derivava dalla sua capacità di inibire l’aggregazione piastrinica, un processo in cui le piastrine del sangue si attaccano e formano coaguli. L’aspirina impedisce la formazione di questi coaguli, riducendo così la possibilità di bloccare le arterie e prevenendo eventi cardiovascolari potenzialmente fatali.

Ma le potenzialità terapeutiche dell’aspirina non si limitano alle malattie cardiovascolari.

Studi più recenti hanno suggerito che l’aspirina potrebbe avere anche effetti protettivi contro alcuni tipi di cancro. Tra questi, il cancro al colon-retto è uno dei più studiati.

Tra gli altri studi di cui l’aspirina è oggetto, ci sono anche quelli che calcolano l’impatto del farmaco sulle malattie neurodegenerative.

Alcune ricerche suggeriscono che l’aspirina potrebbe ridurre l’infiammazione cerebrale, che è uno degli aspetti chiave nell’insorgenza e nella progressione della malattia di Alzheimer.

Sebbene i risultati siano ancora preliminari, alcuni studi hanno ipotizzato che l’assunzione regolare di aspirina potrebbe ridurre il rischio di sviluppare demenza e altri disturbi cognitivi, in particolare nelle persone anziane.

Conclusioni

Questi sviluppi evidenziano come l’aspirina, un farmaco che ha più di un secolo di storia, continui a essere al centro della ricerca scientifica. Con nuove applicazioni e benefici che emergono, l’aspirina rimane un farmaco cruciale e versatile nella medicina moderna.

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